Ciclo di Conferenze divulgative dei corsi di Laurea in Fisica
e del Dipartimento di Matematica e Fisica
Comitato organizzatore Prof. S. Bianchi, F. Ceradini e P. Gallo
NUOVA SEDE
Aula Magna – Via Ostiense 133 – ore 20:30
Link identifier #identifier__111036-1Roma e l’Astronomia: una lunga storia di meraviglie e scoperte |
Link identifier #identifier__6791-2Siamo polvere di stelle: l’origine degli elementi |
Link identifier #identifier__45922-3I Meccanismi Nascosti del Clima: navigando tra punti critici e stabilità |
Link identifier #identifier__11666-4In quanti modi si possono osservare il cielo e le stelle?” |
Link identifier #identifier__8242-5In viaggio verso l’alba cosmica con il telescopio Webb | Link identifier #identifier__120753-6Mondi lontanissimi: esplorando il tempo e lo spazio dalle particelle elementari ai buchi neri | Link identifier #identifier__181668-7Il Mondo Quantistico dei Superconduttori: levitazione magnetica, ultra sensori e dispositivi per il computer quantistico | Link identifier #identifier__69638-8Verso un mondo senza neve? |
Conferenza straordinaria – Link identifier #identifier__45547-9Oltre la Terra: l’avventura dell’uomo nel Sistema Solare |
5 febbraio 2025 – Link identifier #identifier__193862-10video
Roma e l’Astronomia: una lunga storia di meraviglie e scoperte
Lucio Angelo Antonelli
INAF – Osservatorio Astronomico di Roma
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Abstract:
La storia artistica, architettonica e culturale di Roma è ben nota e ha influenzato il mondo intero per quasi 3000 anni. Molto meno nota ma non meno significativa è l’importanza dell’astronomia a Roma nel corso dei secoli. Studi astronomici sono stati condotti nella città fin dai tempi dell’antica Roma, producendo importanti contributi come il calendario giuliano tutt’ora in uso dopo la riforma Gregoriana del 1582. Moltissimi studi astronomici sono stati condotti anche nella “Città Eterna” durante l’età medievale. Ma il più grande sviluppo iniziò durante il Rinascimento quando matematici e altri scienziati, insieme ad artisti e filosofi, arrivarono a Roma ed il prodotto astronomico più importante è stata la riforma del calendario che ha avuto luogo sotto Papa Gregorio XIII. Questo papa costruì anche un osservatorio in Vaticano chiamato Torre dei Venti e, in quegli stessi anni, fu fondato a Roma il Collegio Romano e Cristoforo Clavio vi entrò nel 1564, insegnando matematica e astronomia. Nel XVII secolo, Roma ha ospitato due delle più importanti fabbriche di lenti d’Europa: una gestita da Eustachio Divini e l’altra da Giuseppe Campani. Tra il 1600 e il 1800, furono istituiti a Roma diversi osservatori astronomici, la maggior parte dei quali come parte di istituti religiosi dedicati ad attività educative ma includendo anche osservatori privati costruiti da ricchi e colti membri della nobiltà romana. Gli osservatori più importanti furono l’Osservatorio astronomico del Collegio Romano e l’Osservatorio astronomico del Campidoglio che raggiunsero, rispettivamente con Angelo Secchi e Lorenzo Respighi, il più alto livello di ricerca astronomica in quel periodo. In particolare ricordiamo Secchi e Respighi come i padri dell’astrofisica moderna. Nella prima metà del ‘900 la ricerca astronomica a Roma fu portata avanti presso l’Osservatorio Astronomico di Roma (dal 1938) e, dopo la seconda guerra mondiale, la ricerca astrofisica crebbe di importanza grazie a Livio Gratton che fondò il nuovo Laboratorio di Astrofisica Spaziale a Frascati.
Curriculum:
Lucio Angelo Antonelli è un astrofisico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e da giugno 2024 è membro del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto. Dal 2018 al 2024 è stato il direttore dell’Osservatorio Astronomico di Roma, uno dei 16 istituti dell’INAF ed il terzo per dimensioni. Nel 2017 è stato direttore dello Space Science Data Center (SSDC) dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Attualmente membro delle collaborazioni internazionali MAGIC e CTA si è sempre occupato di astrofisica delle alte energie ed in particolare dello studio di fenomeni transienti meglio conosciuti come Lampi Gamma (o Gamma Ray Burst, GRB) campo in cui ha contribuito in modo significativo alla conoscenza di tale fenomeno. Più recentemente si sta occupando di astronomia multi messaggero e sta guidando il team che realizzerà due grandi telescopi per astronomia ai raggi gamma in Cile. Ha ricevuto il Premio Bruno Rossi dell’American Astronomical Society nel 1998 per la scoperta della natura extragalattica dei Lampi Gamma. Negli ultimi anni ha iniziato ad occuparsi anche di storia dell’astronomia con particolare attenzione all’astronomia romana su cui ha tenuto varie conferenze. È stato membro del comitato scientifico della mostra la Scienza di Roma, membro del Comitato per le celebrazioni per il bicentenario della nascita di Angelo Secchi ed è attualmente Presidente del Comitato Nazionale per le celebrazioni di Lorenzo Respighi e nel comitato scientifico del Museo della Scienza di Roma.
5 Marzo 2025 – Link identifier #identifier__35391-12video
Siamo polvere di stelle: l’origine degli elementi
Paolo Giubellino
INFN Torino
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Abstract:
Gli elementi di cui si compone il nostro universo hanno storie molto diverse ma tutte affascinanti. La frase “siamo polvere di stelle” descrive ciò che realmente siamo: il risultato di innumerevoli processi lungo la storia dell’universo, dal Big Bang alla continua fusione nucleare che produce la luce del nostro Sole fino a processi molto più “esotici” come la fusione di stelle a neutroni dove hanno origine l’oro, il platino e gli altro elementi pesanti. Altri elementi ancora, i più pesanti di tutti, sono creati dagli scienziati in laboratorio, estendendo poco a poco la tavola degli elementi al di là di quelli che si osservano in natura. Lo studio dell’origine degli elementi, e delle cause per le loro così diverse abbondanze nel nostro universo, e uno di temi più affascinanti della fisica nucleare contemporanea.
Curriculum:
Fisico sperimentale che lavora sulle collisioni nucleari ad alta energia. Dagli anni ottanta è stato attivo nel programma del CERN, ed è stato tra gli scienziati che concepirono l’idea di un esperimento dedicato alle collisioni nucleari all’LHC, ALICE. È stato uno dei leader dell’esperimento ed è stato eletto per guidarlo dal 2010 al 2016, contribuendo al successo nello svelare le caratteristiche della materia fortemente interagente a densità estreme. Dal 2017 al 2024, è stato Direttore del Centro Helmholtz GSI e del Laboratorio internazionale FAIR e Professore Ordinario di Fisica presso la TU Darmstadt, Germania. GSI e FAIR sono tra i laboratori di fisica nucleare più importanti al mondo e il direttore ne definisce la strategia scientifica.
Da luglio 2024, è Presidente della Commissione Scientifica Nazionale III dell´INFN, che si occupa degli esperimenti di fisica nucleare.
In riconoscimento del suo ruolo nella fisica degli ioni pesanti, Paolo Giubellino è stato insignito del Premio Fermi della Società Italiana di Fisica, del Premio Lise Meitner della Società Europea di Fisica, del titolo di Commendatore della Repubblica Italiana per meriti scientifici e di due dottorati Honoris Causa. È membro Corrispondente della Accademia dei Lincei.
2 aprile 2025 – Link identifier #identifier__80355-14video
I Meccanismi Nascosti del Clima: navigando tra punti critici e stabilità
Marcello Petitta
Università degli Studi Roma Tre
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Abstract: Cosa hanno in comune l’acqua che bolle dentro un bollitore per il tè, le rapide di un fiume, il fumo di una sigaretta e il clima? Sono tutti esempi di sistemi guidati dal caos, in cui piccoli cambiamenti possono produrre effetti imprevedibili e spettacolari. Eppure, dietro l’apparente disordine, la fisica ci offre strumenti potenti per descriverli, comprenderli e persino prevederli. Fu proprio osservando le equazioni della convezione atmosferica che Edward Lorenz diede origine, negli anni ’60, alla teoria del caos: da lì nacque il celebre effetto farfalla, che oggi rappresenta uno degli snodi fondamentali per comprendere la complessità del sistema climatico terrestre. In questo intervento esploreremo come il clima manifesti comportamenti caotici e possa improvvisamente superare soglie critiche, i cosiddetti tipping points, oltre le quali cambia in modo rapido e irreversibile. Scopriremo perché la Groenlandia e la circolazione atlantica (AMOC) svolgono un ruolo cruciale nella stabilità del clima globale e come questi equilibri siano oggi al centro delle preoccupazioni scientifiche. Attraverso immagini, video e analogie semplici, ci muoveremo tra teoria e osservazione, mostrando che – nonostante la complessità e il caos – la fisica del clima è una scienza esatta, capace di descriverci con rigore il passato, il presente e il futuro del nostro pianeta.
Curriculum: Marcello Petitta è professore associato di Fisica dell’Atmosfera al Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università Roma Tre. Formatosi al Dipartimento di Fisica dell’Università Sapienza, nella sua carriera di ricercatore si è occupato di fisica del clima, telerilevamento atmosferico, eventi meteorologici estremi, variabilità climatica e servizi climatici. Le sue competenze abbracciano i processi fisici che governano l’atmosfera e il sistema climatico, con particolare attenzione alla dinamica atmosferica, e ai tipping points. Particolarmente impegnato nella divulgazione scientifica e nella didattica, dedica grande attenzione alla comunicazione della scienza del clima e della meteorologia e alla formazione delle nuove generazioni di ricercatori.

14 maggio 2025 – Link identifier #identifier__129831-16video
In quanti modi si possono osservare il cielo e le stelle?
Antonio Capone
Istituto Nazionale Fisica Nucleare, Sezione di Roma
AbstractLink identifier #identifier__34029-17: L’attuale conoscenza dell’Universo che ci circonda è il risultato di secoli di osservazioni astronomiche e studi astrofisici. Ai risultati ottenuti con l’astronomia classica abbiamo potuto affiancare le osservazioni fatte con onde radio, con fotoni di alta energia. Più recentemente lo studio dei raggi cosmici di altissima energia ha svelato l’esistenza, nell’Universo, di corpi celesti capaci di rilasciare, in tempi relativamente brevi, enormi quantità di energia, anche sotto forma di particelle elementari estremamente energetiche. La recente rivelazione di “onde gravitazionali” e di “neutrini astrofisici” ha ben delineato una nuova frontiera per lo studio dei corpi astrofisici: le osservazioni di “segnali” trasportati da diversi “messaggeri”. Ogni messaggero può trasportare una informazione particolare che può caratterizzare il processo che lo ha generato: con le osservazioni “multi-messengers”, oltre ad identificare con maggiore precisione la posizione del corpo celeste che ha originato il segnale in esame, si potrà quindi avere una conoscenza migliore delle “sorgenti” responsabili dei processi più energetici che caratterizzano l’Universo.
Dopo una presentazione dello stato attuale della conoscenza nel settore dei raggi cosmici e delle loro origini verrà presentato il progetto di rivelazione di sorgenti puntiformi di neutrini astrofisici di altissima energia: un apparato in via di costruzione negli abissi del Mediterraneo che permetterà di “osservare in cielo dal fondo del mare”. Verrà inoltre descritto un evento di interazione di neutrino di energia estremamente elevata, rivelato recentemente dall’apparato KM3NeT, operativo, anche se è ancora in fase di costruzione nel Mar Mediterraneo a Sud-Est della Sicilia. Verranno descritte le caratteristiche fisiche dell’evento e quali contributi alla conoscenza della natura dei raggi cosmici ne possono derivare.
Curriculum: Laureato in Fisica nel 1974 presso l’Istituto di Fisica della Università “La Sapienza” ha svolto attività di ricerca con continuità nel settore della fisica delle particelle elementari. In Italia ha ricoperto ruoli di Ricercatore Universitario, di Professore Associato presso l’Università di Roma, La Sapienza, e l’Università della Basilicata e, dal 2001, di Professore Ordinario presso La Sapienza. Ha dedicato la sua attività scientifica inizialmente, per circa due decenni, allo studio delle interazioni di neutrini presso gli acceleratori di particelle del Centro Europeo Ricerche Nucleari di Ginevra. In congedo dall’Università ha goduto di diversi contratti al CERN (Fellow, Staff, Scientific Associate) che gli hanno permesso di dedicarsi, con ruoli di responsabilità, agli esperimenti CHARM, CHARM2 e CHORUS. Successivamente ha poi rivolto il suo interesse scientifico allo studio dei Raggi Cosmici di altissima energia. In particolare nel 1998 è stato uno degli iniziatori del progetto Italiano NEMO per la costruzione di un gigantesco apparato Cherenkov sottomarino per la rivelazione di neutrini di altissima energia di origine astronomica. Il progetto, approvato inizialmente come attività di “Ricerca e Sviluppo” ha raccolto varie adesioni ed interesse dando luogo alla nascita degli esperimenti “pilota” NEMO ed ANTARES. Con il progetto NEMO sono state studiate le caratteristiche di diversi siti abissali del Mediterraneo, in uno di quelli studiati è in fase di realizzazione il progetto KM3NeT. Con il progetto ANTARES, che ha raccolto dati dal 2006 al 2022, si è dimostrata la validità di un rivelatore Cherenkov ad acqua nelle profondità del Mar Mediterraneo, ottimizzato per la rivelazione di muoni da neutrini astrofisici ad alta energia. L’esperienza acquisita con ANTARES ha anche confermato che la ricerca delle sorgenti astrofisiche con un Telescopio per Neutrini sottomarino necessita di un apparato almeno dieci volte più grande di ANTARES, da queste premesse è nato il progetto KM3NeT.
Ha partecipato alla redazione del proposal per l’approvazione ed il finanziamento del progetto europeo KM3NeT. Nel periodo 2012-2015 è stato responsabile nazionale del progetto KM3NeT/Italia. Attualmente partecipa alla costruzione ed alla analisi dei dati raccolti da KM3NeT. E’ stato responsabile di diversi esperimenti finanziati sia dalla Università di Roma che dal Ministero della Università e della Ricerca. Negli ultimi anni si è anche dedicato allo sviluppo di tecniche di rivelazione acustica sottomarina di interazioni di neutrini altamente energetici. Ha pubblicato più di 300 lavori su riviste internazionali, è stato organizzatore di conferenze internazionali, ha partecipato come relatore a numerosi congressi.
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28 maggio 2025 – Conferenza Straordinaria (Link identifier #identifier__41758-19video)
Oltre la Terra: l’avventura dell’uomo nel Sistema Solare
Elisabetta Mattei
Università degli Studi Roma Tre
Abstract:
Dal primo passo sulla Luna ai rover che oggi esplorano Marte, l’uomo ha sempre guardato il cielo con il desiderio di andare oltre. Riviviamo insieme le principali tappe dell’esplorazione del Sistema Solare: dalle sonde che hanno sorvolato Venere e Mercurio, alle missioni che ci hanno svelato i segreti di Giove, Saturno e delle loro lune, fino agli atterraggi su asteroidi e comete. Scopriremo come l’esplorazione spaziale abbia rivoluzionato la comprensione del Sistema Solare: un racconto tra passato e futuro, che ci accompagna verso nuove sfide.
Curriculum:
Elisabetta Mattei si è laureata con lode in Fisica all’Università di Roma La Sapienza e ha conseguito il dottorato in Scienze Ambientali presso l’Università degli Studi ella Tuscia. Dal 2017, è stata ricercatrice presso il Dipartimento di Matematica e Fisica dell’Università degli Studi Roma TRE, dove adesso è Professore Associato. La sua attività di ricerca è centrata sulla spettroscopia dielettrica per la caratterizzazione dei materiali analoghi a campioni planetari per l’interpretazione di dati radar acquisiti sia da rover che da satellite. È membro di alcuni team scientifici impegnati in diverse missioni spaziali promosse da ESA, ASI e NASA (MRO, ExoMars, JUICE e Envision) fornendo il suo contributo con la misura e la modellizzazione delle proprietà elettromagnetiche dei materiali che simulano le croste di altri pianeti, per lo sviluppo di nuovi sistemi radar e l’interpretazione dei dati acquisiti dai radar già operativi. Ha ricevuto diversi premi per l’attività scientifica.

11 giugno 2025 – Link identifier #identifier__120447-20video
In viaggio verso l’alba cosmica con il telescopio Webb
Raffaella Schneider
Sapienza Università di Roma
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Abstract:
La comprensione della natura delle prime galassie e dei primi buchi neri che si sono formati nell’Universo rappresenta una delle frontiere della ricerca astrofisica. Il lancio del telescopio spaziale Webb nel Dicembre del 2021 ha iniziato una vera rivoluzione in questo campo: la sua eccezionale sensibilità ha consentito di spingere la nostra esplorazione fino ad epoche molto vicine alla cosiddetta “alba cosmica”, quando si sono formate le prime stelle e con loro i primi buchi neri. Attraverso una ricostruzione delle principali fasi evolutive dell’Universo, si cercherà di illustrare le principali scoperte del telescopio Webb e come queste stiano cambiando la nostra comprensione delle sue prime fase evolutive.
Curriculum:
Raffaella Schneider è professoressa ordinaria di astrofisica presso l’Università di Roma La Sapienza e senior fellow della Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza, dove coordina la classe di scienze e tecnologie.
Si occupa della formazione ed evoluzione di stelle, buchi neri e galassie nell’Universo primordiale, dei processi di reionizzazione cosmica e arricchimento metallico, della formazione di polveri e molecole nelle esplosioni di supernova e della caratterizzazione degli ambienti astrofisici che ospitano le sorgenti di onde gravitazionali. Ha pubblicato più di 150 articoli su riviste internazionali, alcuni dei quali sulle implicazioni delle prime scoperte del telescopio Webb. Da sempre interessata alla questione di genere nella scienza e alla comunicazione scientifica, è co-autrice – insieme a Edwige Pezzulli, Maria Orofino, Rosa Valiante, Simona Gallerani, e Tullia Sbarrato di “Apri gli Occhi al Cielo. Guida all’Universo”, edito da Mondadori Ragazzi (2019).

8 ottobre 2025
Mondi lontanissimi: esplorando il tempo e lo spazio dalle particelle elementari ai buchi neri
Dario Francia
Università degli Studi Roma Tre
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Abstract
12 novembre 2025
Il Mondo Quantistico dei Superconduttori: levitazione magnetica, ultra sensori e dispositivi per il computer quantistico
Andrea Perali
Università di Camerino
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Abstract

3 dicembre 2025
Verso un mondo senza neve?
Claudia Notarnicola
Eurac Research – Istituto per l’osservazione della Terra
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Abstract: